Maria Callas: la rivoluzione del bel canto
Il risorgimento del recitar cantando ovvero l’Opera Lirica interpretata da La Divina.
Un cantante lirico è un attore che canta. Il recitar cantando, appunto. Tutto ciò che si muove sulle tavole di quel luogo sacro che è il teatro a lui certamente appartiene. Già, il movimento. Non è sempre stato così nell’Opera Lirica. Si cantava immobili e con gesti artificiali e tronfi. Finché non apparve Maria Callas la rivoluzionaria, distruggendo la reiterazione di movimenti vuoti di senso e stravolgendo il cantante lirico in scena.
E’ grazie a lei, al suo potente talento di attrice che dobbiamo finalmente la celebrazione che il testo, all’interno delle opere liriche, meritava. Si racconta (fonti dirette da me ascoltate di chi l’ha vista in scena) che quando entrava catalizzava su di sé l’attenzione di tutti gli spettatori pur non cantando. E’ considerata interprete di riferimenti in ruoli, come Norma, Medea, Violetta e Tosca, che richiedono una capacità attoriale spiccata.
Visconti la diresse registicamente ne La Traviata a La Scala che fece epoca. Fu un incontro di due geni, in cui il lavoro teatrale arrivava talmente in profondità per esempio da restare giornate intere su ‘Ah forse è lui’ per trovarne la giusta resa espressiva. Visconti diceva di lei:
Maria Callas ha un temperamento di attrice oltre che di grande cantante, ha un temperamento di grande tragica, in quel caso subentra anche un lavoro di profondità, come per un attore di prosa. La Traviata, per esempio, con Maria mi ha consentito di fare un lavoro come sarebbe stato con un’attrice di prosa.
Di suggestiva potenza è certamente la Medea a cui lei ha dato vita, esclusivamente recitando, nel film omonimo di Pasolini. Potremmo dire che recita con gli occhi, tale ne è la forza drammatica.
Come documento della sua capacità attoriale straordinaria nell’opera lirica ci resta, purtroppo, solo una magnifica Tosca al Covent Garden per la regia di Zeffirelli nel 1964. Ve ne regaliamo alcuni momenti intensi.
Laura De Santis