Il multiforme ingegno: Montale e l’Opera Lirica!
“Prime alla Scala” di Eugenio Montale. Sì, avete letto bene. Uno dei nostri più grandi poeti scrisse di musica, finemente e con assoluta competenza, dal 1954 al 1967 sul Corriere d’Informazione, ritraendo in maniera magnifica cantanti, direttori ed opere.
Sono appena tornata da Bologna, dove ho presentato la mia seconda raccolta poetica. Oltre a cantare scrivo. Camminando sotto i portici mi sono ricordata di un libro prezioso che comprai proprio lì qualche anno fa. Rientrata a casa l’ho preso tra le mani ed annusato con amore. Purtroppo, come spesso per altre pubblicazioni bellissime, al momento so che ne è ferma la stampa. Io ebbi la sorte che mi venisse di fronte agli occhi e lo feci mio.
“Prime alla Scala” di Eugenio Montale. Sì, avete letto bene. Uno dei nostri più grandi poeti scrisse di musica, finemente e con assoluta competenza, dal 1954 al 1967 sul Corriere d’Informazione, ritraendo in maniera magnifica cantanti, direttori ed opere. Recensì anche i festival musicali di Spoleto e di Venezia, che si tennero in quegli anni.
Personalmente dico sempre, ai miei allievi soprattutto, che affacciandosi all’Arte necessitano di maggiore nutrimento, che siamo fatti di tanto e che spesso siamo noi stessi per primi che limitiamo noi stessi in un ambito piuttosto che in un altro. Certamente non aiuta il pregiudizio, tutto italico, che se si è cantanti non si possa essere attori per es. o pittori, scrittori ma si debba rinchiudere se stessi in un unico vicolo.
Prescindendo dal fatto che ovviamente si debba attenersi alla professionalità in ogni ambito che si decida di percorrere, perché soffocare noi stessi?!
Montale può essere un esempio stellare di questo essere multiformi: studiò da baritono. Da bimbo vide La sonnambula di Bellini una domenica a Genova e si innamorò dell’opera lirica (altro suggerimento: portate i vostri piccoli all’Opera! Le opere liriche sono solo delle favole cantate. Permettete loro di innamorarsene! Se non sanno che esistono come possono?! Portateli!).
A 19 anni iniziò a prendere lezioni di canto, interrotte poi dalla morte del suo anziano maestro. Nel tempo, la carriera di cantante lirico divenne solo una delle “particelle del possibile scartate nel gioco delle combinazioni”, per usare le parole-gioiello di Italo Calvino.
Quindi se rintracciate questo libro di Montale, stracolmo di bellezza e recensioni, accaparratevelo subito!
Stupefacente e colmo di incanto il ritratto che fece di Maria Callas, con cui desidero darvi un’idea dei tesori preziosi contenuti in questo volume pregiato. E’ tratto dall’articolo che Montale scrisse dopo aver visto ‘Il Pirata’ di Bellini in Scala nel maggio 1958, in cui Callas interpretava Imogene.
Sul palcoscenico c’è posto per tutti e noi non incoraggeremmo nessuna artista ad imitare la Callas. Crediamo però di potere affermare che in parti simili a questa, quando avvenga che una figura femminile sia straziata…e debba sublimarsi in una catarsi…, sia bel difficile trovare qualcuno che possa eguagliarla.
Nella scena finale l’artista ci ha lasciato stupefatti per la vasta arcata del suo canto legato, per la ricchezza e la continuità della mezza voce e per alcune miracolose note discendenti. Ed è inutile dire che il suo furore di attrice nemmeno questa volta ha fallito la prova, e che alla fine dell’opera l’insigne artista ha raccolto una meritata apoteosi.
Laura De Santis
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Molto interessante, grazie!!