Il suono della purezza
Quando penso alla purezza nella musica mi viente subito in mente Arvo Pärt. Compositore appartenente alla corrente del minimalismo, che si connota per l’uso di poche note ripetute, Part ha la levità di fiocchi di neve che cadono nell’anima.
In ogni sua composizione è rontracciabile la delicatezza ed è tramite questa che si insinua nell’animo umano.
Come spesso ripeto, la musica non si può e non si deve etichettare. Infatti Thom Yorke, PJ Harvey, Nick Cave e Keith Jarrett lo considerano di grande influenza. Non solo: molte formazioni heavy metal e vari dj berlinesi spesso campionano suoi passaggi e la sua musica accompagna le sequenze di vari film, come per esempio Fahrenheit 9/11.
In un’intervista del 1997 Björk disse, descrivendolo magnificamente: “Arvo Pärt è un cosiddetto compositore serio che, con molta sensibilità, si porta dentro tutta la battaglia di questo secolo.”
Per alcuni anni è stato il compositore classico vivente più eseguito al mondo.
Inventore del Tintinnabuli (una forma musicale basata su algoritmi), dopo un periodo di relativo silenzio.
Questo movimento nacque una mattina del febbraio 1976, quando Pärt si sedette al pianoforte e compose “Aliinale”, o “Für Alina” (uno dei miei brani preferiti). Nel Tintinnabuli ci sono due voci dominanti: la principale, o “voce tintinnabulare”, canta o esegue un arpeggio o la triade tonica, mentre la seconda compie un movimento diatonico e progressivo. Uno degli esempi più chiari e più famosi possiamo rintracciarlo anche nel suo “Spiegel im Spiegel”nel trailer cinematografico di Gravity.
Il Tintinnabulismo può sembrare semplice e forse anche ripetitivo, ma solo pochissimi altri compositori hanno tentato di cimentarvisi.
Ora spazio alla musica, appunto con la purissima “Fur Alina”.
Laura De Santis
Foto tratte da “The Lost Paradise”-film documentario su Arvo Pärt