“Questo poeta mente…”: Dietro lo sguardo di un gatto (e di Baudelaire)
Il rapporto tra i felini e Baudelaire è sempre stato molto stretto. Questo vale, a ben vedere, per molti scrittori, che avevano come amici fidati questi regali animali, traendone ispirazione profonda.
Baudelaire scrisse ben tre poesie che celebrano il suo animale preferito, il gatto appunto.
Quella che vi introduco oggi, Il gatto, è inserita nella raccolta imponente Les fleurs du male (I fiori del male), la cui prima edizione fu pubblicata il 25 giugno 1857.
Vi sarà capitato di imbattervi in quei momenti magici ed incredibili in cui un gatto segue con lo sguardo qualcosa che a noi umani è impercettibile, come se il felino oltrepassasse un velo che affaccia su un altrove a noi negato. Più in generale, avrete osservato il magnetismo ipnotico del loro guardare.
Di questo guardare Baudelaire ci parla, associandolo a quello della sua donna, in sequenze di immagini di bellezza incantatoria.
Vieni, mio bel gatto, sul mio cuore innamorato; ritira
le unghie nelle zampe, lasciami sprofondare nei tuoi
occhi in cui l’agata si mescola al metallo.
Quando le mie dita carezzano a piacere la tua testa e
il tuo dorso elastico e la mia mano s’inebria del
piacere di palpare il tuo corpo elettrizzato,
vedo in spirito la mia donna. Il suo sguardo,
profondo e freddo come il tuo, amabile bestia, taglia
e fende simile a un dardo, e dai piedi alla testa
un’aria sottile, un temibile profumo ondeggiano
intorno al suo corpo bruno.
Le chat
Viens, mon beau chat, sur mon coeur amoureux:
Retiens les griffes de ta patte,
Et laisse-moi plonger dans tes beaux yeux,
Mêlés de métal et d’agate.
Lorsque mes doigts caressent à loisir
Ta tête et ton dos élastique,
Et que ma main s’enivre du plaisir
De palper ton corps électrique,
Je vois ma femme en esprit; son regard,
Comme le tien, aimable bête,
Profond et froid, coupe et fend comme un dard.
Et, des pieds jusques à la tête,
Un air subtil, un dangereux parfum
Nagent autour de son corps brun.
Laura De Santis