Racconti di strada – Dietro uno sguardo…
Cosa sono i racconti di strada? Sono brevi attimi di vita metropolitana carpiti con uno sguardo lanciato un po’ più in là della schermata dell’Iphone; storie vere inventate a partire da un sorriso o una risata; visioni improvvise che illuminano le mie giornate piene di autobus, metro e lunghe camminate a piedi.
Si chiama Rosaria Ingravallo. E la prima cosa che ho percepito di lei è stato l’odore: dolciastro, un po’ marcio e un po’ acidulo.
E’ una di quelle donne che nessuno ama e che non ama nessuno. Perfino i figli non le rivolgono volentieri la parola: uno addirittura fa finta di non avere una madre, ha aperto un negozio in via Nazionale e una madre come quella butterebbe giù l’immagine di finta finezza costruita faticosamente in tutti questi anni.
Sarà per questo che, ogni tanto, l’Ingravallo si sporge dal suo posto nell’autobus e guarda attraverso il vetro in cerca di qualcuno. Ma non c’è amore nel suo sguardo sporco e incattivito. Il volto è grondante come quello di un bulldog e il resto del suo corpo preme, trasbordante e flaccido, contro il mio che le sto seduta accanto.
Per quasi tutta la sua vita ha lavorato in un vecchio bancone al mercato vicino Piazza Bologna, vendeva formaggi e salumi circondata da mosche e da quei pochi clienti che per povertà non si potevano permettere di meglio. Non era gentile con loro, come d’altra parte non è gentile con quell’altro figlio che l’ha accolta in casa e ha preso il suo posto al mercato. Crede semplicemente che così doveva andare la sua vita e che non c’è spazio per la riconoscenza.
E’ arrivato il momento di scendere per me, la Ingravallo si alza per farmi passare ma il suo sguardo non cambia: il rancore verso il mondo è troppo radicato per darsi una pausa alla fermata di un autobus che presto entrambe dimenticheremo.
L.T.
N.B. Il nome del personaggio è totalmente fittizio.