Le arance sacre di Anne Sexton
Le parole racchiudono mondi, universi. Per questo a volte la comunicazione fra due esseri può essere difficile, soprattutto inizialmente, quando l’unica cosa che sappiamo è l’alterità. L’altro ha un vissuto, una ‘tradizione’ di linguaggio diversa dalla nostra, per lo più formatasi dalla storia che ha attraversato.
Le parole sono anche responsabilità. Dire o non dire proprio quella parola, la scelta di una monade di lettere piuttosto che un’altra cambia tutto. Personalmente non le dico mai a caso. Non vorrei che mi fossero dette a caso, per cui io stessa per prima non lo faccio. Come dice Anne Sexton, una volta rotte sono impossibili da aggiustare. Delicatissime e sacre. Per es. la parola Amore. O viene abusata nel dirla o omessa. Basterebbe avere cura del significato di una parola per sapere dove è il regno di uso a lei appropriata.
Io sono innamorata delle parole…spesso non mi bastano, dice Anne Sexton, come a farsi portavoce della limitazione ardente, perché fatta del desiderio struggente di comunicare le emozioni che ci abitano e che sfuggono ad un confine stretto in lettere.
Siate cauti con le parole, anche con quelle miracolose.
Per le miracolose facciamo del nostro meglio,
a volte sciamano come insetti
e non lasciano una puntura ma un bacio.
Possono essere buone come dita.
Possono essere sicure come la roccia
su cui incolli il culo.
Ma possono essere margherite e ferite.
Io sono innamorata delle parole.
Sono colombe che cadono dal tetto.
Sono sei arance sacre sedute sul mio grembo.
Sono gli alberi, le gambe dell’estate,
e il sole, il suo volto appassionato.
Ma spesso non mi bastano.
Ci sono così tante cose che voglio dire,
tante storie, immagini, proverbi, ecc.
Ma le parole non sono abbastanza buone,
quelle sbagliate mi baciano.
A volte volo come un’aquila
ma con le ali di un passero.
Ma cerco di averne cura
e di essere gentile con loro.
Le parole e le uova devono essere maneggiate con cura.
Una volta rotte sono cose impossibili
da aggiustare.
(Parole, Anne Sexton)
Anne Sexton (Newton, 9 novembre 1928 – Weston, 4 ottobre 1974) è stata una scrittrice e poetessa statunitense. Frequentò un corso di poesia insieme a Sylvia Plath, tenuto da Robert Lowell nel 1957.
Sylvia e Anne restarono amiche e alcuni pettegolezzi le ritraggono amanti.
Questa relazione è allusa nella poesia Sylvia’s Death scritta dopo il suicidio della Plath.
Ha vinto il Premio Pulitzer per la poesia nel 1967.
I temi della sua poesia sono le sue tendenze suicide, lunga battaglia contro la depressione e vari dettagli intimi della sua vita privata, compresi i suoi rapporti con il marito e i figli.
Morì suicida a 46 anni.
Laura De Santis
Foto: Stefan Saigmester
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Quantunque l’impertinenza del verbo si diletti con l’alterazione la parola raramente ne è contrariata.