Uno sguardo sulla fotografia: “la joie de vivre” di Robert Doisneau.

Uno sguardo sulla fotografia: “la joie de vivre” di Robert Doisneau.

Quando ero piccola e conoscevo veramente poco dell’arte di intrappolare un momento della vita sulla pellicola, incappai per sbaglio in una foto di Robert Doisneau e ne rimasi incantata, per non dire ossessionata.

C’era qualcosa in quell’attimo rubato che mi aveva aperto gli occhi su una possibilità della fotografia su cui non avevo mai riflettuto: la possibilità di raccontare una storia. O anche la possibilità di rubare una storia a degli inconsapevoli soggetti.

Così, dopo questa rivelazione, la me bambina decise di lasciarsi ossessionare da quel fotografo francese di cui nulla conosceva fuorché le sue foto. All’epoca avere accesso a internet e googlare qualcuno era sicuramente meno semplice di oggi, così tutto quello che sapevo di Doisneau lo avevo ricavato da una piccola Enciclopedia Universale Garzanti che avevo rubato nello studio di mio padre e dai calendari in bianco e nero che, anno dopo anno, andavano ad abbellire la parete vuota sopra il telefono della mia camera.

Devo dire che questo modo di accedere alla conoscenza di un’artista ha, tutt’ora, un suo fascino: non avendo i mezzi, l’unico modo per me di comprenderlo era guardare a più non posso le sue opere e cercare, in questa maniera, di svelare il segreto della loro ineluttabile attrattiva. Un metodo istintivo, non c’è che dire!, ma che a lungo andare ha dato i suoi frutti: saprei riconoscere una foto di Robert Doisneau tra un milione e non sto parlando semplicemente del “Il bacio dell’Hotel De Ville” ma anche di foto come I fratelli, A scuola, Rue des peupliers, I bambini della plâce Hébert, Davanti al Louvre. La sua gioia di vivere, la capacità di cogliere l’eccezionale nel “normale”, il romanticismo e l’occhio di riguardo con cui guardava i bambini sono impressi indelebilmente nella mia memoria.

Per questo ho deciso di dedicargli questo spazio: non per raccontarvi dove è nato e dove è morto, per fare questo basterebbe una pagina Wikipedia di cui, per altro, vi lascio qui il link, bensì per presentarvelo e farvi toccare con mano, o meglio, con lo sguardo la spontaneità della sua poesia che ci fa sognare ancora oggi.

Perché anche se adesso non sono più la stessa bambina di una volta, di fotografi e fotografia ne so molto di più e i miei gusti a riguardo si sono ampiamente modificati, devo riconoscere che ogni volta che osservo una sua foto provo una grande tenerezza e una strana gratitudine.

Probabilmente perché so per certo che è stato lui a condurmi in un mondo dove la joie de vivre era possibile ed era racchiusa in un semplice rettangolo di carta.

“Quello che io cercavo di mostrare era un mondo dove mi sarei sentito bene, dove le persone sarebbero state gentili, dove avrei trovato la tenerezza che speravo di ricevere. Le mie foto erano come una prova che questo mondo può esistere.”

E adesso lasciamo che sia lui a raccontare le sue storie. Enjoy!

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L.T.

 

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  1. MD ha detto:

    La joie. Vi ho nominato per il Liebster Award. Spero vi faccia piacere.
    https://ameraviglia.wordpress.com/2017/03/19/liebster-award-2017/
    http://wp.me/p2Kahq-50

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