“Più che di’ la verità da solo, preferisco sbajamme in compagnia”, Trilussa

“Più che di’ la verità da solo, preferisco sbajamme in compagnia”, Trilussa

Oggi vi propongo una Poesia piena di saggezza. Probabilmente non percepibile immediatamente.

Ma se la leggete di nuovo e pesando ogni parola ve ne accorgerete. Non è una Poesia ‘di consenso’ o in cui si vuole spingere ad acconsentire o vendere se stessi. Tutto l’opposto.

Il vecchietto, protagonista della Poesia, decide in piena lucidità di non alienarsi dagli altri. Perché dire qualcosa di diverso dalla maggioranza delle persone porta inevitabilmente alla ‘solitudine’ o comunque al rischio di essere allontanato dagli altri. Allora il nostro protagonista compie qui la scelta di starsene con gli altri più che di’ la verità da solo, preferisco sbajamme in compagnia’ dice esattamente.

Quindi la differenza qua è nella consapevolezza con cui operiamo le scelte. Perché, al di là di ogni moralismo cieco che imporrebbe di dire la verità ad ogni costo, il punto è la nostra capacità di discernimento in ogni singola occasione.

Perché non è vero che la verità sia sempre la via indicata da percorrere. Dipende.

Anche perché la verità oggettiva siete sicuri che esista? O non è a volte camuffata per esempio da una necessità unilaterale di scaricarsi da un peso, addirittura anche non proteggendo l’altro verso cui sarebbe rivolto proprio il beneficio rivelatore quella stessa verità?!

Per cui evviva il ‘buonsenso pratico’ del vecchietto!

Bonsenso pratico, Trilussa

Quanno, de notte, sparsero la voce

che un Fantasma girava sur castello,

tutta la folla corse e, ner vedello,

cascò in ginocchio co’ le braccia in croce.

Ma un vecchio restò in piedi, e francamente

voleva dije che nun c’era gnente.

Poi ripensò: “Sarebbe una pazzia.

Io, senza dubbio, vedo ch’è un lenzolo:

ma, più che di’ la verità da solo,

preferisco sbajamme in compagnia.

Dunque è un Fantasma, senza discussione”.

E pure lui se mise a pecorone.

Laura De Santis

 

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