Le parole di Montale, amatissime ribelli
La premessa necessaria è che da sempre tutti i Poeti e gli scrittori in genere sono ossessionati dalle parole e dal loro uso.
I Poeti lo sono sopra tutti, certo, per la ricerca delle parole adeguate al ritmo che sento debba avere una data loro opera, l’incastro con le altre, la musicalità che questo insieme debba venire a creare. Per cui sono moltissime infatti le Poesie dedicate alla parola. Per esempio ‘Le arance sacre’ di Anne Sexton, di cui vi ho parlato in un altro articolo per il Salotto.
Stupendi anche i versi di Montale che vi propongo oggi, in cui ci racconta questa eterna “lotta” tra chi scrive e le parole. Infatti egli ce le propone come indomite e colme di vita propria, che le rende sorprendenti (perché non felicissime di essere buttate fuori e sulla carta, come dice in alcuni versi). Insomma Montale ci rimanda un’immagine delle parole come amatissime ribelli.
LE PAROLE di Eugenio Montale da “Satura”, 1971
Le parole
se si ridestano
rifiutano la sede
più propizia, la carta
di Fabriano, l’inchiostro
di china, la cartella
di cuoio o di velluto
che le tenga in segreto;
le parole
quando si svegliano
si adagiano sul retro
delle fatture, sui margini
dei bollettini del lotto,
sulle partecipazioni
matrimoniali o di lutto;
le parole
non chiedono di meglio
che l’imbroglio dei tasti
dell’Olivetti portatile,
che il buio dei taschini
del panciotto, che il fondo
del cestino, ridottevi
in pallottole;
le parole
non sono affatto felici
di esser buttate fuori
come zambracche e accolte
con furore di plausi
e disonore;
le parole
preferiscono il sonno
della bottiglia al ludibrio
di essere lette, vendute,
imbalsamate, ibernate;
le parole
sono di tutti e invano
si celano nei dizionari
perché c’è sempre il marrano
che dissotterra i tartufi
più puzzolenti e più rari;
le parole
dopo un’eterna attesa
rinunziano alla speranza
di essere pronunziate
una volta per tutte
e poi morire
con chi le ha possedute.
Laura De Santis
Per approfondire:
Qui disponibile il libro “Satura” di Eugenio Montale da cui è tratta la poesia.