I passi di un addio nei versi di Majakovskij
Nei versi di Majakovskij che vi racconto oggi: la fine di un amore e l’osservare tutto questo. Quando l’amore finisce potremmo essere nello stesso metro quadro di una persona eppure essere soli e preda di quel senso terribile di abbandono. I passi dell’addio…
La misura della distanza tra due anime non si misura in km né la vicinanza in cm. Quando amiamo e siamo amati avvertiamo una connessione profonda, sentiamo che non siamo più soli in questo mondo perché in qualche parte di esso c’è un essere che ha noi nel cuore. Tanto ci basta.
Non necessariamente la presenza fisica, che sentiamo in noi. Viceversa, per esempio all’epilogo di un amore, potremmo essere nello stesso metro quadro di una persona eppure essere soli e preda di quel senso terribile di abbandono.
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Questo c’è nei versi di Majakovskij che vi racconto oggi: la fine di un amore e l’osservare tutto questo. Facciamo un passo indietro e diciamo che il rapporto del poeta con la bellissima ed affascinante Lili Brik, a cui è dedicata questa splendida Poesia, fu comunque sempre travagliato.
Qui il poeta condivide il racconto appunto di questa distanza con lei ed osserva nella stanza dove è avvenuto il loro primo incontro d’amore, vedendola gelida e dolorosamente vuota, perché era l’Amore a darle viva, come vediamo dai dettagli struggenti dei ricordi di lei nei diversi punti di essa. Vorrebbe non disperarsi, ma non vede al di là dell’amore per lei e quindi per lui con c’è più alcuna speranza.
Se è vero che i Poeti vivono ogni cosa con estrema intensità dei sentimenti (è loro caratteristica decisiva, altrimenti che Poeti sarebbero?!), certo è che chiunque abbia attraversato la fine di una relazione può ‘sentire’ in sé cosa ci sta raccontando il Poeta.
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Per esempio quanto dolore contengono questi tre versi: ‘E non c’è lama di coltello che/Abbia su me potere/ Tranne che sia la lama del tuo sguardo’?! O quelli nella chiusa, che salutano appunto colei che va e che sono tra i più belli che mai scritti da un Poeta ‘Almeno lascia che un’estrema tenerezza/Copra l’allontanarsi/ Dei tuoi passi’
LILICKA! Poesia in luogo di una lettera (26 maggio 1916 Pietrogrado)_Vladimir Majakovskij
Un fumo di tabacco ha divorato l’aria
La stanza
E’ un capitolo dell’inferno di Krucënnych.
Ricordati –
Proprio a questa finestra
Per la prima volta
Estasiato accarezzavo le tue mani.
Eccoti oggi seduta,
Il cuore chiuso dentro una corazza.
Ancora un giorno e poi
Mi scaccerai
Magari anche imprecando alle mie spalle.
Nella buia anticamera la mano nella manica
Più non stenterà a entrare disfatta dal tremore
Correrò via
E getterò il mio corpo sulla strada.
Selvatico animale
Impazzirò
Sotto una sferza di disperazione
Ma così non si deve,
Mia cara,
Mia diletta,
Meglio lasciarci ora.
Non importa-
Il mio amore
E’ un pesante macigno
Che incombe su di te
Ovunque tu possa fuggirmi.
Lascia in un grido estremo che si sfoghi
L’amarezza dei lamenti e del rancore.
Quando anche un bue è disfatto di fatica
Lui pure andrà a gettarsi
In fredde acque in cerca di ristoro.
Ma altro mare non c’è
Per me
Tranne il tuo amore,
Né tregua c’è in amore anche nel pianto.
Se un elefante stanco vorrà pace
Si stenderà maestoso sull’infocata sabbia.
Ma altro non c’è
Per me
Tranne il tuo amore,
Benché io non so tu dove o con chi sei.
Se così se ne fosse tormentato
Dell’amore-un poeta
In soldi e gloria l’avrebbe mutato,
Ma altro suono non c’è
Che mi dia gioia
Tranne che il suono del tuo nome beato.
E non mi getterò giù nella tromba delle scale
E non berrò il veleno
Né premerò il grilletto dell’arma sulla tempia.
E non c’è lama di coltello che
Abbia su me potere
Tranne che sia la lama del tuo sguardo.
Tu scorderai domani
Che io t’incoronavo,
Che d’un ardente amore l’anima ti bruciavo,
E un carnevale effimero di frenetici giorni
Disperderà le pagine dei miei piccoli libri…
Le secche foglie delle mie parole
Potranno mai indurre uno a sostare,
A respirare con avidità?
Almeno lascia che un’estrema tenerezza
Copra l’allontanarsi
Dei tuoi passi.
Laura De Santis
Photo by Matthew Henry on Unsplash
Il Salotto consiglia
Vladimir Majakovskij – A piena voce, poesie e poemi.
(Oscar Mondadori, 1989)
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