Un antidoto al pregiudizio nei versi di Marilyn Monroe

Un antidoto al pregiudizio nei versi di Marilyn Monroe

D’altra parte tutto quanto è preceduto da ‘pre’ è tossico. Indica un ‘prima’. Uno per tutti ‘pre-occupare’, che sottende quindi che non siamo nel presente ma ‘occupati’ in qualcosa nel futuro, che ancora non si è manifestato e non sappiamo se si manifesterà.

Di cosa fosse e quanto male facesse il pre-giudizio lo sapeva bene Marilyn Monroe, anzi Norma Jane Baker, perchè col tempo sempre più si faceva cruccio del suo nome d’arte, che sentiva pesarle come una gabbia.

Attrice sensibile e di una comicità preziosa (suo maestro fu l’immenso Lee Strasberg), rinchiusa nelle maglie dell’essere considerata un sex symbol (cosa che la frustrava moltissimo), leggeva forsennatamente. E scriveva poesie. Sì.  Lei.

Cercò tutta la vita di scrollarsi di dosso i limiti imposti dal pregiudizio. Ma purtroppo fu fatica per lo più vana, come sappiamo.

Nella sua poesia, che vi presento oggi, c’è addirittura quasi un chiedere scusa di scrivere, come a giustificare se stessa dal fare una cosa del genere. Non è rintracciabile in questo appunto l’effetto del limitante pregiudizio altrui?! Certo che sì.

Vi consiglio anche il bellissimo libro Frammenti, edito da Straus and Giroux, che raccoglie i suoi scritti dal 1943 al 1962, poesie comprese. Tra cui questa di oggi.

DI TANTO IN TANTO

Di tanto in tanto

faccio delle rime

ma non prendetevela

con me.

All’inferno, so benissimo

che non si vende;

quel che voglio dire

è quel che ho in testa.

Dipingere i piatti

dipingere i desideri

con i pensieri

che volano via

prima che muoia

e pensare

con l’inchiostro.

 Laura De Santis

 

 

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