Scuola per Supereroi. Come la scuola può promuovere integrazione e benessere
La scuola è iniziata, care mamma e papà, mastre e maestri e soprattutto cari ragazzi e ragazze che tante campanelle e “campane” dovrete sentire negli anni a venire! Tante cose imparerete e tante persone conoscerete. Alcuni insegnamenti saranno diretti e altri, più sottili e indiretti, saranno trasversali e vi accompagneranno lungo il vostro cammino.
La scuola ci accompagna negli anni più importanti della crescita. Anni nei quali il nostro corpo cambia e matura, la nostra personalità prende forma, le nostre relazioni si fanno sempre più complesse e la nostra mente che regola tutto questo e non solo continua a intrecciare connessioni con il sistema “interno” e con il contesto relazionale.
Per far sì che questi anni siano proficui all’educazione dei ragazzi dobbiamo abbracciare l’idea che la scuola non sia importante solamente per imparare a leggere, scrivere e fare i calcoli matematici. Ogni interazione, ogni nuova informazione e ogni nuova esperienza contribuisce a farci crescere e quando parlo di crescita mi riferisco all’aumento di complessità delle nostre menti.
La mente non è solamente quella “cosa” che sta all’interno della scatola cranica (cervello) regolata da scariche neuronali.
La mente è il prodotto delle interazioni di esperienze interpersonali con la struttura e la funzione del cervello.
Come scrive il dottor Daniel J. Siegal, fondatore della neurobiologia interpersonale, la mente è un sistema complesso e in quanto tale auto-organizzante, “in-corporata” e “relazionale”. E’ un’idea molto bella e complessa della mente quella del Dottor Siegal, che abbraccia diverse discipline per poter arrivare ad una spiegazione della mente.
Ora che abbiamo dato una definizione della mente, seppur sintetica, è possibile interrogarsi su cosa sia il malessere e il benessere della mente e soprattutto il ruolo della scuola in questo processo!
Uno dei processi fondamentali per il benessere della mente infatti è l’integrazione nelle sue parti. Evidenze sperimentali hanno dimostrato come la mancata integrazione a livello strutturale del cervello sia collegato ad alcuni disturbi (disturbo post-traumatico, dissociativo, ecc.) e come di conseguenza attività che promuovono la loro integrazione anche in modo indiretto siano coinvolte nel migliorare lo stato di salute e di benessere.
La scuola dunque è fondamentale in questo percorso di sviluppo perchè sviluppa le tre R:
Riflessione
I bambini acquisiscono nuove competenze e nuove conoscenze, queste se sono collegate ad un dialogo permettono al ragazzo di sviluppare l’abilità di riflettere sul mondo.I bambini inoltre interagendo con i coetanei e con gli adulti apprendono a parlare delle loro emozioni e a gestirle.
Ciò che era prima una “sensazione” adesso può essere verbalizzata e gestita. Questi processi sono alla base dell’intelligenza emotiva e sociale: puoi capire così le altre persone, interagire nel migliore dei modi e imparare a gestire il conflitto. Questo è uno degli insegnamenti indiretti della scuola.
“L’educazione dovrebbe sforzarsi di integrare i lati sinistro e destro del cervello: come educatori, tendiamo ad insegnare al cervello sinistro logico e ignoriamo l’emisfero destro emotivo. Creare una interconnessione tra i due può essere una sfida, ma è una chiave importante per promuove l’integrazione nei ragazzi.”
Relazioni
Quando hai relazioni importanti e sei in connessione con l’altro la crescita del tuo cervello viene stimolata, le fibre del tuo cervello aumentano e lo sviluppo delle fibre vuol dire integrare il cervello nelle sue parti: l’area sensoriale, l’area limbica che prova emozioni e l’area prefrontale, il dare un nome alle emozioni e regolarle. Ogni relazione va a stimolare questa connessione, così che la mente possa crescere e autoorganizzarsi. Ogni volta che hai uno scambio relazionale in cui sei presente e cosciente, la tua mente si riorganizza.
L’uso massiccio di dispositivi tecnologici, quando questi si sostituiscono alle interazioni umani “dal vivo”, è un’occasione persa di crescita. La tecnologia fa perdere la possibilità alla madre di connettersi con il bambino e ai ragazzi di connettersi con l’Altro.
Resilienza
Come tutte le ricerche e gli studi hanno confermato avere relazioni positive è strettamente connesso con il benessere e il sentirsi bene. Avere buone relazioni è il fattore predittivo di salute fisica, mentale. La capacità di avere relazioni che funzionano bene promuove la gentilezza e la compassione, l’abilità nel capire gli altri e il mondo circostante quindi di elaborare nuove strategie per fronteggiare le difficoltà con presenza e consapevolezza. Maggiori connessioni infatti maggiori possibilità di risposte nel nostro bagaglio esperienziale! Adesso fermatevi ad immaginare l’impatto che la promozione delle tre R potrebbe avere sulla prevenzione di bullismo, esclusione, emarginazione, razzismo, e così via.
Le 3 nuove R- Riflessione, Relazioni e Resilienza- secondo Seigal sono alla base dell’Educazione: quando i bambini sono interconnessi, in sintonia con gli altri e hanno la capacità di essere riflessivi, aumentano l’empatia e la comprensione di se stessi e degli altri.
La capacità di essere riflessivi e di comprendere se stessi e gli altri è ciò che costruisce la capacità di resilienza.
Dei veri e propri Supereroi!
Con questi presupposti e questa enorme potenzialità che la scuola ci offre non posso che augurare agli aspiranti supereroi, allievi insegnanti e genitori un buon stimolante anno scolastico!
Alessandra Notaro