Perché amiamo le Tradizioni di Natale?
Sebbene gli aspetti religiosi siano sempre meno coinvolti, le tradizioni natalizie non muoiono, ma anzi ne nascono sempre di nuove.
Creiamo tradizioni perché ci sentire in un ambiente semplice e familiare, promuovendo il senso di sicurezza e benessere.
Nelle società occidentali, gli aspetti religiosi assumono sempre meno importanza, infatti poche persone riferiscono di essere strettamente osservanti di precetti e festività.
Nonostante questo, l’avvicinarsi delle feste natalizie, attiva una grossa partecipazione:
sia dal punto di vista economico che di tempo, vi è un grosso dispendio di risorse.
Le città vengono abbellite; le case sono decorate; ci si ritrova a condividere momenti di festa spesso perpetuando tradizioni.
Quasi tutta la popolazione occidentale, alla domanda “Cosa fate per Natale”, vi racconterà di qualcosa che si ripete di anno in anno, con poche variazioni sul tema.
Possono trattarsi di tradizioni molto antiche (per esempio fare il presepe il giorno dell’Immacolata) o possono essere tradizioni molto più recenti e laiche: io per esempio, ogni anno, a ridosso di Natale guardo “Il Canto di Natale di Topolino”, nonostante abbia superato l’infanzia già da un po’.
Il fatto che questo genere di tradizioni resista nonostante il diminuire dell’importanza religiosa, è da ritrovare nel significato più profondo del comportamento umano.
Qualsiasi essere umano al mondo, è programmato per cercare sicurezza, tranquillità e calore umano.
Ne hanno parlato gli scienziati evoluzionisti, ne ha parlato lo psicologi John Bowlby con la Teoria dell’Attaccamento, ne parlano sociologi, antropologi e psicologi sociali.
Sviluppare abitudini, che nel corso del tempo diventano tradizioni, rassicura le persone.
Siamo essere abitudinari, tendiamo a ripetere ciò che familiare e semplice.
Quello che ci dice che andrà tutto per il meglio e ci rassicura su come vanno le cose nel mondo.
Gli psicologi hanno evidenziato che molte tradizioni nascono attraverso l’apprendimento per osservazione.
Gli esseri umani nascono con la capacità di osservare il comportamento altrui per poterlo, poi, riproporre.
Attraverso i comportamenti appresi dagli altri, cerchiamo di entrare in una cerchia umana per evitare l’isolamento: si hanno maggior chances di sopravvivere in un branco che da soli, per cui si cerca di essere accettati.
Riproponendo quanto osservato, impariamo come comportarci in determinate circostanze evitando così imbarazzo, senso di esclusione e vergogna.
Questo spiega come mai, l’avvento di Instagram ha favorito l’espandersi di un certo immaginario legato al Natale e al diffondersi di tradizioni legati a contesti culturali differenti, ma che sono diventati estremamente comuni anche nel nostro quotidiano.
Ad un livello molto profondo e contro intuitivo, cerchiamo di mostrarci coerenti il gruppo umano che consideriamo sicuro.
Vogliamo evitare di comportarci in modo contrario all’immagine che abbiamo costruito.
Vogliamo non avere difficoltà.
Ripetiamo tradizioni.
Ripercorriamo strade già battute e che ci appaiono sicure.
E proprio queste tradizioni hanno anche un altro effetto: riattivano un senso di nostalgia per la nostra infanzia.
In genere, si ricorda il periodo in cui si era bambini con gioia e il riproporre qualcosa che veniva fatto in questo periodo dell’anno, rende le persone più fiduciose e ottimiste.
Riattiva il loro buonumore.
Il periodo natalizio, grazie a quanto evidenziato dello studio del comportamento umano, diventa quindi un periodo per promuovere una maggiore sicurezza e un maggior benessere, senza contare il valore spirituale che ognuno di noi può attribuirvi.
Valentina Freni