Calendario dell’Avvento Creativo: Steven McRae, una storia di resilienza.

Calendario dell’Avvento Creativo: Steven McRae, una storia di resilienza.

La prima finestrella di questa settimana ci svela la storia di Steven McRae, ballerino del Royal Ballet che più di tutti sa come trasformare la debolezza in forza.

Forse a molti di voi questo nome non dice nulla ( io stessa ho scoperto dell’esistenza di questo fenomenale ballerino classico solo da qualche anno!), ma per chi bazzica il mondo della danza Mc Rae non solo è un nome importante, è anche un esempio di perseveranza e forza.

Faccio un breve riassunto della sua esistenza: australiano di nascita, all’età di diciassette anni, dopo aver vinto il Prix de Lausanne, si è trasferito a Londra con una borsa di studi per la Royal Ballet School.

Subito dopo il diploma Steven è entrato nel corpo di ballo della Royal Ballet per poi essere promosso solista nel 2006, primo solista nel 2008 e principal nel 2009.

Tutto meraviglioso, fino a quando nel 2008 si rompe il Tendine di Achille. Proprio quando la sua carriera sembra essere davvero decollata, è costretto a una brusca interruzione.

Il verdetto dei medici era che non sarebbe mai più tornato a ballare.

Ovviamente ero devastato! Ero stato scelto per ballare i ruoli più importanti di quella stagione e per lavorare con alcuni dei più grandi coreografi, ma tutto questo era stato spazzato via in un lampo perché ero costretto a lasciare il palco per quasi un anno.

La reazione iniziale di un ballerino a un infortunio è di solito rabbia, frustrazione e tristezza. Dedichiamo le nostre vite alla nostra professione a tal punto che ci viene portata via non è debilitante solo fisicamente ma anche mentalmente.

Tuttavia, quando un chirurgo ha detto che non avrei mai più potuto ballare a meno che non avessi ascoltato e fatto esattamente cioè che mi aveva prescritto, mi sono fatto forza, ho settato la mia mente in modalità di recupero e mi sono detto, questa è una nuova sfida e tocca solo a me affrontarla .

Dopo un viaggio in Australia, sono tornato a Londra per riprendermi, fare riabilitazione e tornare sul palco con l’obiettivo di essere migliore, più forte e più intelligente di quanto non fossi un anno prima.

E così è stato visto che negli anni successivi Steven McRae ha danzato diversi dei grandi ruoli maschili del repertorio classico e moderno, compreso quello per cui l’ho conosciuto il Cappellaio Matto della meravigliosa “Alice nel Paese delle Meraviglie” di Christopher Wheeldon.

Tutto bene quel che finisce bene… Se non fosse che purtroppo la vita ha deciso di metterlo nuovamente alla prova e così negli ultimi due anni ha dovuto subire ben due nuove operazioni al tendine di Achille.

L’ultima proprio un mese fa, quando era appena rientrato sul palco, dopo un periodo di dura riabilitazione, per interpretare Manon. L’infortunio non gli ha permesso nemmeno di portare a termine la performance di quella sera ed è stato costretto a farsi sostituire.

Terribile!

Ma McRae è un combattente e non si è arreso!

Ha subito iniziato il percorso che lo riporterà sul palco e, con coraggio e umiltà, tiene aggiornati i suoi follower sui progressi e sulle difficoltà che sta incontrando sulla sua strada.

Sì, perché la sua straordinaria capacità di celebrare anche i più piccoli successi, oltre che la sua incredibile bravura come ballerino gli hanno fatto conquistare un seguito sempre più numeroso di follower che lo sostengono con affetto sul suo account Instagram e a cui lui racconta la sua vita fuori e dentro il palcoscenico.

Per concludere vi traduco la caption che potete leggere sotto la foto del suo profilo social :

"È VIVO ⚡️
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Se guardate da MOLTO vicino potete vedere l'inizio di un nuovo polpaccio in costruzione e l' apparire idi un piccolissimo Demi Pointe ........
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La parte ironica è che questo semplice movimento è qualcosa che ero solito fare senza alcuna esitazione o pensiero ... E adesso mi ci è voluto tutto il mio cervello per fare quello che vedete qui 💪  
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Mezz'ora di esercizi e di nuovo nello stivale (aka il tutore per le fratture) ! "

Se non è resilienza la sua, cosa lo è?

E il Natale dovrebbe diventare il momento in cui ci raccontiamo storie che possono ispirarci!

L.T.

 

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