Calendario dell’Avvento Creativo: Come stai, Babbo Natale?
Sono tempi difficili per il Babbo più famoso del mondo che ha deciso di regali sogni e sorrisi ai bambini di tutto il mondo ogni anno.
Oggi la nostra casella dell’avvento si apre sullo stato d’animo del nostro caro Santa Claus. Ebbene sì, qualcosa è accaduto perché Natale non è più al centro dei racconti dei bambini. Sono finiti i tempi delle letterine a Babbo Natale (“tanto me lo comprano i miei genitori”), sono finiti quei tempi in cui da piccoli si credeva ancora alla magia e anche se sotto sotto sapevi che non era così, era comunque bello fingere di crederci.
Santa Claus, San Nicola, Babbo, Pai Natal. Ogni paese ha una tradizione simile, con date che possono differire un po’ da cultura a cultura, con un ometto o un bambino o un santo che portano i doni ai bambini che durante l’anno si sono comportati bene. Un’ispirazione e una spinta motivante per i bambini che scelgono di comportarsi bene e alla fine vengono premiati, una prova per tutti quei papà e nonni che si travestono per far felici figli e nipotini.
Tante emozioni ci regala questa splendida tradizione. Ma, riflettendo sui giorni d’oggi e sui valori che Babbo Natale porta con sè, noto crepe profonde che allontanano sempre più i due mondi, l’uno magico/tradizionale e l’altro concreto e realistico.
Dunque immaginandomi uno sconfortato San Noel che si rivolge ad uno specialista per potersi finalmente confidare, ascoltiamo insieme i problemi che oggi vive Babbo Natale.
Nessuno crede in me
Ed eccolo qui il nostro povero Babbo Natale, siede davanti al suo terapeuta, sguardo triste e deluso. La prima cosa che dirà sicuramente: nessuno crede più in me…
Sempre più solo, Natale non ha dalla sua parte nemmeno i bambini che oramai molto presto nel loro processo di sviluppo, vengono istruiti alla realtà dei fatti. Non c’è più tempo da dedicare alle storie, alle leggende, al farli sognare e meravigliare, stimolando in loro la curiosità.
Così i bambini non sono più motivati a comportarsi bene, né ad essere educati a quell’ etica che Babbo Natale incarna: se dapprima infatti sono i piccoli a trarre guadagno visibile e immediato dal comportarsi correttamente, in seguito scopriranno la bellezza del portare gioia agli altri ad essere loro stessi “tanti Santa Claus”.
L’odio e la discriminazione, la violenza verbale, di certo non fanno parte del modo di essere di Noel e dello spirito del Natale di cui tanto si parla. Non credere a Babbo non deve sovrapporsi al non credere più a determinati valori…ok, sì, Babbo non esiste, ma esiste allo stesso tempo in qualità di ciò che rappresenta.
Aiutiamoli quindi a diffondere i suoi valori e si sentirà meno solo e po’ più esistere
Mi prendono in giro per il mio aspetto fisico
Se cercate sul web articoli su Santa Claus troverete numerosi articoli che giudicano il suo stato salute dalla forma fisica. Se non è un vero e proprio body shaming in quanto vengono elencati e attribuiti comportamenti non salutari e dati oggettivi del suo stato di salute, quale ad esempio l’obesità, questo però sembra andare al di là di quello che Babbo Natale evoca oltre a non considerare l’età che dovrebbe avere. Duecento o più anni?
Scherzi a parte, “i problemi (di salute) di Babbo Natale” altro non fanno che avvalorare l’eccessivo giudizio critico che si ha verso il fisico. Di certo Babbo non è un peso forma o un Big Gim, ma vengono attribuite senza nessuna evidenza dei fatti riportati una serie di malattie fisiche – quali colesterolo, diabete- strettamente connesse all’obesità, questo lo sappiamo però la reale motivazione di questo attacco mi sembra un po’ gratuito.
Eccolo quindi il nostro povero Claus vessato anche per supposte cattive abitudini. Capisco l’intento pedagogico e informativo dell’articolo però, c’è sempre un però. Nell’articolo vengono citati anche problematiche simpatiche e realistiche come il jet lag e lo stress che sicumante i preparativi per la notte di Natale comporteranno.
Non c’è più spazio per la fantasia e l’immaginazione
In questo clima emotivo viene da sé per il nostro caro Babbo, che della magia del Natale ha fatto il suo tratto distintivo, sentirsi incompreso. C’è poco spazio per la fantasia e l’immaginazione che, di questi tempi, vengono messi da parte in vista di qualcosa di più pratico e che porti un vantaggio immediato e concreto. “Di sogni non si campa”.
Però è anche vero che la magia ci ispira e ci spinge a migliorare. mmaginazione non vuol dire soltanto fantasticare, ma ha anche il significato di “cogliere il valore di un ipotesi o di un’interpretazione a livello superiore”, “capacità di formulare ipotesi e previsioni”. Dunque i grandi matematici sono prima di tutto dei grandi esperti di immaginazione, così come tutti coloro che creano qualcosa di nuovo, non solo chi lavora nelle arti in generale, ma anche cuochi, negozianti che si ingegnano nel marketing, medici in cerca della cura giusta e così via.
L’immaginazione è una facoltà superiore e condivide la radice etimologia con Imago, figura cara alla cultura analitica, poiché ha come significato l’immagine interiorizzata di qualcosa o qualcuno che su di noi esercita un’influenza. L’immaginazione ha un gran potere, quello di creare dati e prodotti della mente che su di noi possono esercitare una grande influenza. La magia ha quindi questa funzione esercitare un effetto su qualcosa o qualcuno in modo straordinario ovvero fuori dai canoni prestabiliti, senza un’azione diretta.
Questo è la stato di salute del nostro caro Babbo, ma potrebbe essere lo stato di qualsiasi altra persona che si sente giudicata per il suo aspetto fisico, che non crede in se stessa o che non trova il suo spazio.
Che il Natale e Santa Claus ci diano la fantasia e l’immaginazione necessaria a vedere in un’altra prospettiva le nostre difficoltà come potrete leggere nella storia di domani!
Alessandra Notaro