5 Pensieri Creativi per affrontare il 2020
Se siete in cerca di qualcosa di nuovo, un cambiamento, ma non sapete come prepararvi all’anno che verrà e volete iniziarlo con uno spirito diverso, ecco cinque frasi sulla creatività da portare sempre con voi e dalle quali trarre ispirazione per il 2020
L’anno nuove è alle porte. Ma questa volta finisce anche una decade e ne inizia un’altra. Questi giorni che ci separano dallo scoccare della mezzanotte sono sempre pieni di tante emozioni: malinconia, nostalgia oppure speranza e buoni propositi. Se tuttavia ancora non avete ben chiaro come affrontare il nuovo anno che verrà, eccovi degli spunti creativi e resilienti da parte di personalità altrettanto creative e resiliente.
Uscire dalla zona di “conforto“
E sì, la tanto chiaccherata e discussa comfort zone. Le nostre abitudini, le nostre routine. Se da un lato è un bene crearsi degli schemi ripetitivi e delle routine che ci diano costanza e direzione, dall’altro queste possono finire per essere soltanto schemi rigidi e alla lunga frustranti. Quindi è bene crearsi delle routine perché organizzano i nostri spazi e il nostro tempo, ma è bene anche uscire dalla tragitto prestabilito, fare qualcosa di insolito soprattutto se siete alla ricerca di novità e vivete in uno stato di insoddisfazione generale la cui origine non è chiara.
Allora provate a fare qualcosa di diverso ogni giorno, che non avete mai fatto prima, non deve essere qualcosa di grandioso come un viaggio ai Caraibi, ma piccolo, come ad esempio assaggiare un piatto tipico che non avete mai provato prima.
“Un elemento essenziale dell’arte è il rischio. Se non rischi come potrai creare qualcosa di autenticamente bello che non è mai stato visto prima?”
Francis Ford Coppola
Fai le giuste domande
Spesso la creatività viene dal porsi le giuste domande. I creativi allora sono coloro che si pongono le giuste domande, esperti in curiosità e punti interrogativi. Ma la differenza sostanziale e di cui bisogna diventare esperti con la pratica è il sapersi districare tra le domande. Cos’ è una domanda giusta? Come si pone una domanda giusta?
E dopo averla trovata, ecco che il viaggio può iniziare: da una domanda giusta ne derivano altre sotto-domande e risposte che portano ad altre domande e così via. Non ne vale la pena, penserete. Perché porsi domande, se poi devo faticare così tanto?
Oppure siete certi di avere già tutte le risposte e che la vostra insoddisfazione non derivi da questo?
“Chi conosce tutte le risposte, non si è fatto tutte le domande.”
Confucio
In quel caso non potrà esserci per voi nulla di nuovo perché non siete pronti e motivati ad uscire dalla comfort zone e non siete realmente in cerca di qualcosa. Ma se siete personalità creative, sapete che non vi accontentate mai, allora porsi una domanda al giorno che sia esistenziale o più semplice è l’esercizio creativo che fa al cosa vostro.
Come novelli Seneca fate in modo che le risposte si mettano in moto a partire da voi stessi o dagli altri. Sarà divertente vedere come arriveranno le risposte. Potreste segnare le vostre domande su un foglio o sul cellulare la mattina e tornarci nuovamente la sera.
“Non puoi aspettare che arrivi l’ispirazione. Devi andarne in cerca con un bastone.”
Jack London
La giusta dose di ottimismo
L’ottimismo a piè pari non ci piace. Si sa che l’ottimismo tout court è solo un’illusione e rischia di essere tanto irrealistico quanto il più ostinato pessimismo. Essere realistici forse è la cosa migliore, direte voi. Ma chiediamoci, il realismo cosa ha portato di innovativo?
Siamo onesti. Vogliamo mettere a confronto il realismo con le altre correnti artistiche? Sì, il realismo ci fa vedere quello che spesso non vogliamo vedere perché troppo offuscati da un eccessivo ottimismo o realismo, ci consente di entrare in realtà distanti dalle nostre se pensiamo ad esempio al reportage fotografico, al fotogiornalismo, ecc. Ma questa è un’altra storia. Pensiamo all’impatto dell’impressionismo, del surrealismo… L’uomo ha bisogno di vedere oltre.
Se vogliamo essere creativi e non semplici raccoglitori di dati e giornalisti di fatti di cronaca, se vogliamo dare voce a qualcosa dentro e fuori di noi, allora non possiamo accontentarci. Qui stiamo parlando tra persone che vogliono cambiare qualcosa o sono in cerca di cambiamenti.
Ed ecco quindi che la prova sarà quella di trovare la giusta dose di ottimismo. Diciamo che la dose potrebbe essere misurata con questa frase, “con un poco di zucchero la pillola va giù“. Frase geniale perché oltre ad essere un metodo per far ingerire ai bambini i farmaci, gli autori di Mary Poppins hanno visto un altro significato, un modo di vedere le cose. Allora cerchiamo la nostre dose di zucchero quando ci approcciamo alle novità e, soprattutto, quando siamo posti di fronte compiti che odiamo e che riteniamo frustranti, ma che siamo costretti a fare. Con un poco di zucchero la pillola andrà giù.
“Di solito i pessimisti hanno ragione e gli ottimisti torto, ma tutti i grandi cambiamenti sono stati realizzati dagli ottimisti.”
–Thomas L. Friedman
Quando è il momento di cambiare idea
Conoscete persone che sanno cambiare idea? La maggior parte delle persone vede il cambiare idea come una forma di debolezza, teme di essere giudicato come volubile e non affidabile.
Sapere quando è il momento di cambiare idea è una qualità indispensabile nel nostro viaggio creativo. Attenzione, qui vi sto parlando di idee precise su qualcosa o qualcuno e non di frasi sentite, teorie lette da qualche parte sul web. Sulle nostre idee si fonda la teoria che abbiamo sul mondo, sugli altri e su noi stessi. Queste idee possono originare da esperienze ripetute, conversazioni e discussioni sull’argomento, conoscenze pregresse, studi e soprattutto su nostre personali riflessioni in merito.
A volte invece esistono così tante “opinioni” che scegliamo semplicemente di sospendere il nostro giudizio. Questo atteggiamento, soprattutto nell’epoca dell’iperinformazione, delle bufale e degli opinionisti è la più praticata a mio avviso. Sospendere il giudizio è di certo l’opzione migliore rispetto ad assumere come nostra un’idea letta o sentita e diventare così dei creduloni e facili prede di disinformazione.
Pensate al grande potere che ha su di noi chi gestisce l’informazione oggi e soprattutto chi cattura la nostra attenzione. L’informazione è semplice, è immediata, devi solo decidere se crederci o no. Cognitivamente un gioco da ragazzi, nessuno sforzo. “Formazione”, invece, è tutta un’altra cosa, la formazione è un processo cognitivamente impegnativo.
Ma perché adesso vi parlo di questo? Come esercizio vi propongo di formarvi e non più di informarvi su un tema, una questione, qualsiasi cosa che vi stia a cuore. Date forma alle vostre idee raccogliendo le idee di altri, sentendo pareri altrui, leggendo anche qui sul Salotto le nostre idee su alcuni argomenti. E soprattutto siate aperti alla possibilità che una volta formate queste idee possano essere cambiate.
Forse scoprirete che per cambiare qualcosa, piccola o grande che sia, dovrete cambiare il modo di pensare.
“Il mondo così come l’abbiamo creato è un risultato del nostro pensiero. Non possiamo cambiarlo se non cambiamo il nostro modo di pensare.”
Albert Einstein
L’incertezza creativa
Sappiate che se siete giunti fin qui vuol dire che avete deciso di intraprendere insieme a me una nuova avventura cercando di mettere in pratica questi consigli per l’anno che viene. Ma dovete sapere anche che essere arrivati fin qui, aver letto le frasi e gli esercizi connessi non vi darà la certezza e la sicurezza che speravate di ottenere.
“Adesso faccio così e così” non vi assicura un risultato certo. La creatività, ovvero l’arte di trovare compressi tra la realtà così com’è e la nostra spinta a voler incidere sul mondo, è un percorso ad ostacoli, a volte si gioca soli, a volte si gioca in compagnia. Siate disposti ad accogliere entrambe le possibilità.
Ci saranno delle volte in cui dovrete sfidare gli altri per portare avanti le vostre idee e le vostre ragioni e ci saranno altre volte in cui dovrete ascoltare gli altri. Sapere quando essere sicuri di qualcosa e quando invece abbandonare tale sicurezza non è semplice.
L’esercizio è quindi aprirvi all’ascolto, consapevoli che
“Il creativo sicuro è un cretino.”
Giorgio Armani
Alessandra Notaro