La creatività è la risposta alla crisi?
Bambino che ha parlato tardi, studente mediocre e, appena pochi anni dopo, genio straordinariamente precoce, pubblica la Teoria della relatività ristretta appena ventiseienne, nel 1905, in quello che lui definisce il suo annus mirabilis. In una parola, Einstein.
Albert Einstein, genio irriverente dal cervello “paffuto” e linguaccia pronta. “Einstein” è diventato nel linguaggio comune sinonimo di intelligenza e genio. Qual’era la sua forza, la sua marcia in più? Thomas Harvey che sottrasse il suo cervello per studiarlo scoprì che l’unica differenza consisteva nel numero di circonvoluzioni e una più alta concentrazione di cellule gliali: il suo cervello era “straordinariamente paffuto”. Conclusioni in seguito messe in dubbio.
In una lettera Einstein scriveva di sè
“non ho particolari talenti, sono solo appassionatamente curioso”.
Albert Einstein
Che sia questo il suo segreto?
“Il mondo come io lo vedo“ costituisce la prima raccolta di lettere e articoli non scientifici di Einstein, pubblicata in Germania nel 1934 e subito tradotta in inglese.
L’antologia raccoglie gli interventi dello scienziato su temi cruciali: il rapporto tra scienza e religione, l’asservimento del mondo scientifico tedesco ai dettami di Hitler, il femminismo, il sionismo e l’ebraismo. Emerge la figura pubblica di un uomo di scienza che, con ironia e spirito critico, volle esprimere il proprio impegno civile su tutti i fronti.
Vi proponiamo un breve estratto nel quale lo scienziato ci parla di crisi come una sfida da superare, una lotta da affrontare e motore della creatività non solo dell’individuo ma dell’intera nazione.
Non possiamo pretendere che le cose cambino se continuiamo a fare le stesse cose. Una crisi può essere una vera benedizione per qualsiasi persona, per qualsiasi nazione. Perché tutte le crisi portano progresso. La creatività nasce dall’angoscia proprio come il giorno nasce dalla notte buia.
È nella crisi che nascono l’inventiva, così come le scoperte e le grandi strategie. Chi supera una crisi supera se stesso, restando insuperato.
Chi incolpa una crisi dei propri fallimenti disprezza il suo talento ed è più interessato ai problemi che alle soluzioni. L’incompetenza è la vera crisi. Il più grande svantaggio delle persone e delle nazioni è la pigrizia con la quale tentano di trovare le soluzioni dei loro problemi. Senza una crisi non c’è sfida. Senza sfide, la vita diventa una routine, una lenta agonia. Non c’è merito senza crisi.
È nella crisi che possiamo realmente mostrare il meglio di noi. Senza una crisi, qualsiasi pressione diventa un tocco leggero. Parlare di una crisi significa propiziarla. Non parlarne è esaltare il conformismo.
Lavoriamo duro, invece. Facciamola finita una volta per sempre con l’aspetto davvero tragico della crisi: il non voler lottare per superarla.
Alessandra Notaro