Modì e Jeanne. I Cento Anni di due anime immortali

Modì e Jeanne. I Cento Anni di due anime immortali

A cento anni dalla morte di Modignani e della compagna, l’artista parigina Jeanne Hébuterne, ne ripercorriamo la storia tormentata e passionale.

Nell’immaginario comune, l’artista è un “personaggio” tormentato, vittima di sé stesso e della vita, vissuta sempre sopra le righe.
Questa descrizione calza a pennello alla storia di Amedeo Modigliani e Jeanne Hébuterne.

Modigliani nasce a Livorno nel 1884, dopo aver frequentato l’Accademia delle Belle Arti in Italia, si trasferisce a Parigi nel 1906 dove verrà consacrato come artista, contribuendo a lacerare i vecchi schemi del mondo dell’arte.

Modì (come era soprannominato) crea un stile unico, vicino al Cubismo ma allo stesso tempo ben differenziato.
Famosi sono i suoi ritratti in cui i modelli e le modelle vengono rappresentati con colli lunghi e affusolati, profondi occhi a mandorla, scuri come se sei rivolgessero a guardare l’interno, forti e dirompenti.
Tutti coloro che posarono per lui dissero che farsi ritrarre dall’artista era come farsi spogliare l’anima.

Amedeo Modigliani, ritratto di Jeanne Hebuterne, 1919, olio su tela, 55 x 38 cm, collezione privata


Nel 1917 conosce Jeanne Hébuterne, una giovane artista parigina.
Da questo incontro nascerà una grande storia d’amore, molto osteggiata dalla famiglia di lei a causa dei 14 anni di differenza e dalla fama di pittore maudit (maledetto) di lui.

Jeanne diventerà il principale soggetto dei quadri di Modigliani e condividerà con lui non solo l’amore per la pittura e la grande passione (da cui nascerà la piccola Jeanne), ma anche gli stenti di una vita da bohémien.
Tanto difficile da peggiorare la tubercolosi cronica da cui l’artista era afflitto da tempo.

Il 15 Gennaio del 1920, mentre dipinge un ritratto su cui aveva scritto “Hic incipit vita nova”, Modì si sente male e morirà il successivo 20 Gennaio.

Jeanne, straziata dalla perdita, sceglie di lanciarsi da una finestra, nonostante fosse all’ultimo mese della seconda gravidanza.

Per evitare scandali, la famiglia Hébuterne decide di tumulare l’artista lontano dal suo amato, saranno ricongiunti nel cimitero parigino di Pére Lachaise solo nel 1930.

Per molto tempo Jeanne sarà un’artista dimenticata, oscurata dal genio del compagno, ma a 24 anni dalla sua morte verranno scoperti nel suo studio ben 9 dipinti, di grande valore artistico. Nonostante la chiara influenza di Modigliani, Hébuterne era riuscita a creare un proprio stile definito, con un uso dei colori ben distaccato dal quello del compagno.

di Jeanne Hebuterne, Autoritratto

Uniti dall’amore e dall’arte, le loro anime rimangono immortali attraverso la profondità dagli sguardi dipinti, rispettando quella raccomandazione fatta da Modigliani all’amico Oscar Ghiglia:


“Il tuo unico dovere è salvare i tuoi sogni”

Valentina Freni

 

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