Calendario dei Sentimenti | Proclamare il nostro amore fiero
Siamo in un paese in cui se sei donna è automatico che ti chiedano se hai il fidanzato e viceversa, nel caso tu sia uomo, se hai la fidanzata.
Il fatto che tu possa avere un ragazzo ed essere di sesso maschile o avere una ragazza ed essere donna è qualcosa che, in Italia, viene ancora concepito come un’eccezione. Non come una delle tante possibilità relazionali che un individuo può avere nella sua vita.
Prova a pensarci, a prescindere del tuo orientamento sessuale e dal tuo genere di appartenenza, ti è mai capitato che qualcuno ti chiedesse:
” Hai una fidanzata o un fidanzato?”
A me sì, ma ero in Argentina quindi non vale.
La mancanza di una domanda disgiuntiva complica notevolmente la vita a chi ha una relazione con una persona dello stesso sesso.
Da un lato perché quando rispondi, ti sembra di deludere l’aspettativa eteronormativa in cui sei cresciuto/a. Dall’altro perché ogni volta devi decidere in un millesimo di secondo se mentire o passare attraverso l’ennesimo coming out di cui non puoi mai prevedere i risultati.
Infatti in un paese in cui non è normale chiedere a una ragazza se ha una fidanzata ( e prendo l’esempio al femminile perché sappiamo tutti che “le lesbiche non esistono”), è ovvio che i risultati di un coming out non siano sempre dei più felici.
Ma cosa vogliamo aspettarci da un posto dove nessun giornalista di nessuna testata importante si è preso il disturbo di capire la differenza tra coming out e outing*?
Dove la tutina e le piume di Achille Lauro vengono scambiate per esibizionismo e/o rivoluzione e non per un sacrosanto modo di fare spettacolo? E quando dico spettacolo non lo uso come sinonimo di “un modo per far parlare di sè”, vi siete dimenticati come andava conciato Elvis Presley?
In un paese del genere è difficile vivere con orgoglio il proprio amore sia che tu sia omosessuale sia che tu sia etero perché in entrambi i casi ti sentirai costretto all’interno di parametri comportamentali predefiniti.
Il fatto di non contemplare nemmeno la possibilità che per un periodo o per tutta la tua vita possa piacerti una persona del tuo stesso sesso, crea un pregiudizio diffuso su ciò che è giusto e ciò che è sbagliato ed castra completamente qualunque ipotesi di fluidità sessuale.
Proprio per questo, oggi vogliamo proporvi una poesia che riflette al meglio sui tempi bui in cui oggi l’amore è costretto a esprimersi.
Una poesia che il poeta maledetto Paul Verlaine dedica, non a caso, al suo amato Arthur Rimbaud.
Viviamo in Tempi Infami di Paul Verlaine
Viviamo in tempi infami
dove il matrimonio delle anime
deve suggellare l’unione dei cuori;
in quest’ora di orribili tempeste
non è troppo aver coraggio in due
per vivere sotto tali vincitori.
Di fronte a quanto si osa
dovremo innalzarci,
sopra ogni cosa, coppia rapita
nell’estasi austera del giusto,
e proclamare con un gesto augusto
il nostro amore fiero, come una sfida.
Ma che bisogno c’è di dirtelo.
Tu la bontà, tu il sorriso,
non sei tu anche il consiglio,
il buon consiglio leale e fiero,
bambino ridente dal pensiero grave
a cui tutto il mio cuore dice: Grazie!
Nous sommes en des temps infâmes
Nous sommes en des temps infâmes
Où le mariage des âmes
Doit sceller l’union des coeurs;
A cette heure d’affreux orages
Ce n’est pas trop de deux courages
Pour vivre sous de tels vainqueurs.
En face de ce que l’on ose
Il nous siérait, sur toute chose,
De nous dresser, couple ravi
Dans l’extase austère du juste,
Et proclamant d’un geste auguste
Notre amour fier, comme un défi.
Mais quel besoin de te le dire?
Toi la bonté, toi le sourire,
N’es-tu pas le conseil aussi,
Le bon conseil loyal et brave,
Enfant rieuse au penser grave,
A qui, tout mon coeur dit : merci!
L.T.
* Piccola precisazione d’obbligo
FARE COMING OUT: dichiarare VOLONTARIAMENTE la propria omosessualità.
FARE OUTING: dichiarare l’orientamento sessuale di terzi senza il loro consenso.