“Zero” e “Gentefied”: i luoghi influenzano la nostra vita
I luoghi in cui viviamo cambiano e a volte al punto di costringerci a spostarci. Ma quanto ne siamo consapevoli? Ne parliamo attraverso due serie.
É più naturale un cambiamento lento e costante piuttosto che un cambiamento esplosivo.
Cambiamenti del genere, quando riguardano elementi immensi e complessi, possono non essere avvertiti fin tanto che le differenze sono notevoli.
Per questo ci sembra più comune il secondo tipo, anche se in realtà non è così.
Prendiamo ad esempio dei grandi spazi, come un quartiere, un rione, una cittadina ecc.
Ci viviamo ma per accorgerci che qualcosa è cambiato dobbiamo sommare tanti fenomeni ed elementi. Fin a quel momento tutto poteva sembrarci uguale o molto simile.
Poi ad un certo punto, ci accorgiamo di come il carattere di quel luogo sia cambiato o meglio la sua essenza, quella che lo contraddistingue, non è più la stessa.
In realtà questo è un fenomeno ampiamente studiato, soprattutto quando il cambiamento riguarda quartieri o zone nate popolari (soprattutto vecchi centri storici) che improvvisamente diventano borghesi.
Questo cambiamento è possibile grazie ad un’azione di rivalutazione a colpi di investimenti esterni al quartiere stesso.
Il meccanismo di cui stiamo parlando è denominato Gentrificazione.
Il termine è stato introdotto dalla sociologa Ruth Glass, la quale si riferiva al cambiamento di un quartiere londinese, originariamente abitato dalla working class e poi diventato un centro borghese ed elitario durante il boom economico degli anni 60.
Di per sé un cambiamento del genere non è a priori né negativo né positivo.
L’elemento che fa propendere verso una visione critica è che queste rivalutazioni e investimenti fanno sì che crescano i valori di mercato delle case e quindi dei prezzi affitto e vendita.
Non solo: ovviamente una rivalutazione del genere fa sì che anche i servizi della zona diventino più cari, quindi per esempio il caffè al bar non costa più 1 euro ma 2.
Oppure che le piccole realtà commerciali locali non riescano a tenere il passo e siano costrette a cederlo a catene o realtà più grandi.
In più, in alcuni casi per favorire il processo di trasformazione e allontanare i residenti, vengono messe in atto azioni di forza e vandalismi mirati.
Tutto questo comporta che gli originari abitanti di questi luoghi, si ritrovino ad essere costretti a trasferirsi altrove per poter sopravvivere.
In questo modo il tessuto sociale creato viene a perdersi e con esso anche un senso di appartenenza e di identità.
Perdendo il legame quotidiano con la propria comunità, con i propri luoghi, avviene un vero e proprio sradicamento.
La situazione in Italia non è paragonabile ai fenomeni di Gentrificazione che hanno interessato i paesi anglofoni.
Eppure, considerare questo fenomeno sociologico può essere interessante per avvicinarci a certe reazioni sociali e individuali.
Perché i macro fenomeni impattano sulla nostra quotidianità.
E quali scelte effettuate da noi singoli individui sono state libere e quali ne sono inevitabilmente derivate, anche in modo inconsapevole?
Per comprendere meglio il fenomeno, ovviamente è utile rivolgersi alle pubblicazioni di esperti, ma anche attraverso articoli socio-politici e di cronaca.
Un altro buono spunto è dato dalle serie tv e in particolare due targate Netflix.
Gentefied ambientata a Los Angeles e che racconta di una famiglia di origine messicana, alle prese con i sogni di realizzazione dei più giovani.
Allo stesso tempo, si fa avanti la volontà di difendere il ristorante di taco del nonno dai tentavi cambiare faccia al quartiere.
La seconda serie è Zero, rilasciata da pochissimi giorni dalla piattaforma.
Zero ha attirato molto l’attenzione perché è la prima serie italiana ad avere un cast a prevalenza afrodiscendente, un passo avanti per la rappresentatività di ogni persona.
Questa serie non è centrata sulla Gentrificazione ma ne parla in modo collaterale.
Infatti il protagonista è un ragazzo che scopre di avere un super potere e che userà anche per proteggere il proprio quartiere da chi cerca di appropriarsene con la forza.
Valentina Freni