Tre giovani sorelle attraversando le terzine di Dante danno voce all’Inferno dei cadaveri naufragati nel Mediterraneo.
«Ma misi me per l’alto mare aperto…»
Di Riccardo Corcione
Regia di Laura Tedesco
Con Laura De Santis (voce), Azzurra Cavicchia (violino), Laura Tedesco (attrice)
Ora in scena:
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Lampedusa.
Su una spiaggia davanti a un faro, Anna e Rosa si rincontrano dopo tanti anni per cercare di convincere la sorella minore, Giulia, a uscire dal suo isolamento.
Le due sorelle, scontrandosi e raccontandosi, danno corpo e voce a un dramma familiare e a una storia d’amore segnata da un’ assenza e da dolorose perdite davanti al muto paesaggio marino. Come riavvicinarsi alla sorella perduta forse per sempre? Come recuperare la voglia di vivere in un’isola che è stata spettatrice di tante tragedie?
Al canto della sorella maggiore Anna che cerca in tutti i modi di trovare un modo di riunire la famiglia fa da contraltare il racconto appassionato di Rosa che è appena tornata da una lunga fuga attraverso i mari del mondo.
La più giovane, Giulia, chiusa nel faro, risponde al richiamo delle sorelle attraverso il suono delicato del violino a cui è affidato il tono emotivo della vicenda e che, nota dopo nota, rivela la tragedia umana che ha cambiato per sempre la vita della famiglia Marino.
Lentamente si capirà che i migranti hanno giocato una parte fondamentale nelle loro esistenze e che l’unico modo per esprimere il loro dolore (sia quello delle sorelle che quello dei naufraghi) è attraverso i versi dell’Inferno di Dante Alighieri.
Così le persone che Anna, Rosa e Giulia hanno incontrato si trasformano nei personaggi della Divina Commedia. In questo modo le tre sorelle riescono a trovare un modo per sopravvivere e, contemporaneamente, alle vittime del Mediterraneo viene restituita una dignità universale.
Le tre giovani sorelle attraversano le terzine di Dante dando voce all’inferno dei cadaveri naufragati nel Mare nostrum. Come nella condizione infera dei Lager nazisti, lì dove Primo Levi ha sentito che la Commedia «lo riguarda, riguarda tutti gli uomini in travaglio», esse cercano nelle terzine di Pier delle Vigne, di Ulisse e del conte Ugolino risposte a un dolore che si fa racconto. I tre profili danteschi, allora, appaiono straordinariamente fraterni e vicini alle nostre protagoniste, le quali a loro volta si impegnano nella ricerca di un linguaggio capace di esprimere l’orrore.
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Una rappresentazione dai tratti stranianti e toccanti che spingono lo spettatore a riflettere su un argomento che ci coinvolge da vicino: l’immigrazione, la guerra, le fughe disperate che producono morte e dolore senza fine. Il viaggio è forse la vera essenza dello spettacolo, sia a livello personale quando si tratta delle singole protagoniste, ma anche generale nel momento in cui si tocca l’argomento immigrazione come speranza di una vita migliore lontano dalle violenze.”
Raccontare il dolore di vite spezzate, anche attraverso la musica, per simboleggiare una tragedia umana, simile a quelle dell’antichità, espresse dai grandi scrittori e poeti di un tempo.
La traversata del Mar Mediterraneo è la “strada più mortale del mondo”, tempio di quei ‘lottatori di speranza’, come li ha definiti Papa Francesco.
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Una scrittrice, una cantante, una violinista: tre donne a cui è affidato il dolore del ricordo, ultime troiane dei nostri giorni, danno corpo, voce e suono a un racconto-lamentazione e a un’aspra storia d’amore segnata da un’assenza e da dolorose perdite con il muto paesaggio marino. Come riavvicinarsi alla sorella perduta forse per sempre?
Regista e protagonista di “Inferno Mediterraneo” è Laura Tedesco, attrice/regista di opere in cui il contemporaneo riscrive la tradizione avendo come momento privilegiato il rapporto con il pubblico e che si è specializzata in drammaturgia presso l’Accademia D’arte Drammatica “Silvio D’Amico”, il gruppo si arricchisce della collaborazione di Riccardo Corcione, italianista e drammaturgo, di Azzurra Cavicchia, violinista dell’Orchestra del Conservatorio Santa Cecilia, che ha collaborato con la Naples Royal Philharmonic Orchestra, e del soprano Laura De Santis, che ha avuto il suo debutto attoriale nel cortometraggio Appunti per un film su zio Vanja, per la regia di Marco Bellocchio.
Gruppo artistico Linguaggi Diversi
Credits:
Cover di Simona De Marchis
Foto e video di Alessandra Notaro
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Rassegna Stampa
La Sicilia, 21 Ottobre 2017.