La più grande storia d’amore mai raccontata

La più grande storia d’amore mai raccontata

Una storia d’amore deve contenere questi ingredienti fondamentali: due innamorati e un/a antagonista che vuole dividerli.

Senza conflitto non c’è storia, sia nel teatro che nella vita. Ecco perché oggi vi raccontiamo la storia di Marguerite Gautier divenuta poi Violetta nella trasposizione musicale voluta da Verdi.

Innanzitutto sappiate che Marguerite è realmente esistita, si chiamava Marie Duplessis ed è stata il grande amore di Alexandre Dumas figlio, che, straziato dalla perdita prematura di colei che era la più bella delle cortigiane di Parigi, ne trasse ispirazione per il romanzo La Dame aux Camélias. E per rendere la storia più romanzata aggiunge la figura del di lui padre come  antagonista/oppositore. Il quale, facendo leva sul senso di colpa in Marguerite per la vita condotta in passato, la obbliga ad allontanarsi dal figliolo per non “contaminarlo”.

Verdi ne venne a conoscenza perché visse a Parigi lungo tempo con Giuseppina Strepponi, sua compagna. Quindi sì, certamente prese il soggetto della sua opera da La Signora delle Camelie. Ma i pettegolezzi a cui lui e la Strepponi venivano costantemente sottoposti per la loro convivenza furono il motivo fondante che lo spinse a scegliere di dare vita a Violetta.

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La critica sociale al bigottismo arretrato, che da sempre pesa molto di più sulla donna che sull’uomo, è fortissima in quest’opera. Strepponi, magnifica cantante che aveva anche debuttato alcuni ruoli nelle opere di Verdi prima di esserne la compagnia, ricoprì un ruolo basilare nella vita del compositore. Era donna poliglotta e coltissima e risiedendo a Parigi fu grazie a lei che il compositore di Busseto ebbe modo di venire in contatto con la vera cultura europea di mentalità aperta e luminosa. Quindi nella scelta di questo soggetto troviamo la volontà da parte di Verdi di manifestare in maniera perentoria il suo disgusto per i luoghi comuni e le mentalità ottuse, fecondatori del pregiudizio.

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Lui vide, infatti, in Violetta (proprio così aveva chiamato questa sua opera divenuta poi La Traviata solo nelle rappresentazioni successive alla prima, avvenuta al Teatro La Fenice il 6 marzo 1853) una fanciulla povera dal cuore puro che la sorte aveva costretto a percorrere una via lastricata di perdizione. Verdi, pietoso, fa morire la sfortunata Violetta tra le braccia del suo amato, quando invece in Dumas Marguerite spira in straziante solitudine.

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A causa della critica alla società borghese, in particolare alla condizione sociale arretrata a cui la donna veniva condannata, fu rimaneggiata dalla censura e messa in scena con alcuni pezzi totalmente stravolti. Sempre per sfuggire alla censura, l’opera dovette essere spostata come ambientazione cronologica dal XIX al XVIII secolo. Ma nonostante tutte queste disavventure è stata ed è l’opera più rappresentata al mondo. Forse proprio perché nata da ben due meravigliose storie d’amore.

E per chi non avesse mai ascoltato l’appassionato voce di Violetta ecco un’aria cantata dalla Divina Maria Callas, non ho dubbi che le sue “follie” conquisteranno anche voi!

Laura De Santis

 

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