Il tempo di Ermanno Olmi
Stanotte è morto nell’ospedale di Asiago Ermanno Olmi, uno dei maestri del cinema italiano più conosciuto e apprezzato all’estero .
Il regista, bergamasco di origine, che da tempo combatteva contro una grave malattia, è stato ricoverato d’urgenza venerdì scorso e ieri notte si è spento circondato dai suoi cari.
Con lui se ne va un cinema di silenzi, di solitudine e visione, che ha scritto la storia della Settima Arte portando alta la bandiera italiana nel mondo. Vincitore di una Palma d’Oro a Cannes, del Premio César e del Leone d’Oro a Venezia, Olmi ha esordito nel ’58 con Il tempo si è fermato, fino a giungere al successo nel ’77 con L’albero degli zoccoli, suo capolavoro assoluto, per poi conquistare con Il mestiere delle Armi 9 David di Donatello.
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Nella sua poetica di autore cinematografico la riflessione sul tempo ha sempre avuto un ruolo fondamentale, non a caso il suo ultimo film Torneranno i prati, ambientato durante la Prima Guerra Mondiale, racconta la vita di trincea di alcuni soldati ( tra cui Claudio Santamaria) in cui si alterna lunghe ed interminabili attese, che accentuano la paura, ad improvvisi e imprevedibili accadimenti.
“E’ l’orologio che ci comanda. Consumiamo il nostro tempo in anticipo quando è ancora in sospeso nel futuro e siamo tutti convinti di possedere il nostro tempo. In realtà, è il tempo che possiede noi.” Ermanno Olmi
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Proprio per omaggiare la sua visione registica e l’uomo che si celava dietro l’artista, abbiamo pensato di condividere con voi un video, nel quale l’autore, ospite a Quello che (non) ho, offre ai telespettatori una commovente riflessione sulla parola “tempo” e su come l’essere umano, pur posseduto dal tempo, è destinato all’eternità.
E se questa non è Resilienza, cosa lo è?