Una foto per Mr S: Inge Feltrinelli e la vera storia della foto con Hemingway

Una foto per Mr S: Inge Feltrinelli e la vera storia della foto con Hemingway

L’Ignoranza si combatte con la conoscenza: una foto per ricordare la storia e imparare a costruire un futuro migliore. Oggi parliamo di Inge Feltrinelli e del suo scatto leggendario con Ernest Hemingway.

Oggi vi parlo di una foto che è anche un ricordo di infanzia. Infatti, per anni, un librone, la cui copertina era questa fotografia, ha troneggiato sul tavolo del soggiorno dei miei .

L’autrice di quel libro era proprio Inge che prima di diventare editrice, era stata a lungo fotoreporter e ha ritratto personaggi come Greta Garbo, Kennedy, Hemingway, Pablo Picasso e Chagall.

Una vita che ha attraversato la storia della seconda metà del Novecento e che si è conclusa ieri, il 20 settembre 2018, all’età di 87 anni.

Nata nella Germania nazista, viene abbandonata dal padre ebreo e salvata dall’olocausto dal secondo marito della madre, un ufficiale di cavalleria.

«Potevo avere – diceva Inge – lo stesso destino di Anna Frank che era della mia stessa generazione».

La strada che la portò a diventare la regina dell’editoria, inizia nel 1952 quando, grazie a un armatore, si imbarca su un  transatlantico diretto a New York, dove amici tedeschi le fanno conoscere la pronipote di J.P. Morgan, presso cui abita.

Da quel momento in poi, inizia ad entrare in contatto con gli ambienti delle case editrici e dei giornali, della letteratura e del cinema con in mano una macchina fotografica.

Risale proprio a quegli anni, la foto che vi propongo oggi: in essa vediamo una giovanissima Inge in compagnia di Ernest Hemingway e un enorme marlin appena pescato.

La storia dietro questo scatto è particolare  e merita di essere raccontata dalla diretta interessata.

Siamo a Cuba, anno domini 1953.

« In quel periodo Hemingway viveva a Cuba. Giunsi all’ Avana e aspettai un po’ prima che il «papa» mi ricevesse. Mi restavano pochissimi soldi e quando in una tarda mattinata mi telefonò, avevo quasi persa del tutto la speranza di incontrarlo. Mi disse che avrebbe mandato una macchina a prendermi. Gli risposi che preferivo arrivare con un autobus. Il viaggio durò un paio d’ ore. C’ era caldo. Eppure, mi sembrava di stare in una cella frigorifera. 



Ero nervosa e in totale subbuglio. Lui invece mi sembrò di pessimo umore. Credo che avesse fatto un’ uscita con una barca ma che non si fosse divertito. Mi invitò al bar. Andava sempre al Foridita. Arrivammo in pieno pomeriggio. Si sedette al bancone e ordinò un daiquiri.

A un certo punto fecero il loro ingresso dei ragazzi, malmessi e senza scarpe. Ernest tirò fuori delle monete e le lasciò cadere sul pavimento. Erano per loro. Trovai la scena umiliante e glielo dissi. Mi sembrava il gesto frutto del peggior colonialismo. Lui mi ignorò, continuando a bere. Solo la sera tardi, rivolgendosi mi pare alla moglie Mary, commentò l’ accaduto. Disse che la giovane tedesca era un po’ troppo nazista per i suoi gusti. Decisi che al mattino seguente me ne sarei andata. Alle sei, era già sveglio, seduto nel soggiorno. Lo salutai. Mi guardò e disse: “Stalin is dead”. È morto? Feci io. Sì, e ora cambierà il mondo, aggiunse. Era il 5 marzo 1953. Per due ore tentò di farmi una lezione di politica sull’ importanza di quel vecchio dittatore. Fu così che le tensioni svanirono e restai con lui per due settimane, scattando foto che avrebbero fatto il giro del mondo».

Dopo di che per Inge iniziò il successo che la portò a fotografare tantissime altre personalità dell’arte e della cultura, e a conoscere il suo futuro marito, l’editore Giangiacomo Feltrinelli, che la introdusse nel mondo dell’editoria.

«Mi ha dato la chance di essere la persona che sono oggi. Sono grata a lui. Sono una stupida ottimista e vado avanti» Inge Feltrinelli a proposito del marito Giangiacomo Feltrinelli.

Vi starete chiedendo due cose:

  1. Perché vi sto parlando di Inge Feltrinelli in questa rubrica dedicata a Mr S.?
  2. E per quale ragione le sue parole ho deciso di editarle in un colore così sfavillante?

La risposta alla prima domanda è semplice: Inge Feltrinelli era una di quelle persone che credevano fermamente di poter cambiare il mondo con la cultura e aveva fatto il possibile per farlo. In un’epoca assurda come la nostra, in cui l’ignoranza sembra essere diventato un valore, è un bene ricordare l’esistenza di esseri umani di questo tipo, per i quali la parola “libro” diventa sinonimo di apertura mentale.

Per quanto riguarda la seconda domanda, il colore sfavillante è un omaggio alla signora Feltrinelli. Chiunque l’abbia conosciuta non può fare a meno di ricordare anche i suoi vestiti spumeggianti, a tratti fosforescenti.

Io stessa ricordo, come se fosse ieri, Inge Feltrinelli marciare attraverso i luoghi mettendo in mostra i suoi colori sfavillanti. Mai come nel suo caso l’abito sembrava diventare correlativo oggettivo della vivacità della sua mente.

Vi lascio con una sua citazione, anche questa, ovviamente, color rosa shocking!

 

I libri sono tutto. I libri sono la vita.

Caro Mr S, anche questa foto è per te!

L.T.

 

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