Come dire ai Grandi che Babbo Natale non esiste?

Come dire ai Grandi che Babbo Natale non esiste?

Questa storia di un uomo grande e grosso, vestito di rosso dalla testa ai piedi, che veniva a portarmi i regali durante una notte prestabilita, non mi aveva mai convinta del tutto. E poi non avevo nemmeno un camino a casa!

Eppure Santa Claus era stato immortalato nei films, in televisione e nei cartoni animati che guardavo, e i Grandi continuavano ad alimentare con entusiasmo l’idea di un uomo che veniva da lontano per far contenti i bambini. E chi ero io, piccola bambina di poco meno di sei anni, per deludere la loro gioia?

Quanta gioia nei loro occhi mentre mi chiedevano se avevo scritto la letterina a Babbo Natale. Adesso mentirei se non dicessi che fino ad una certa età ci ho creduto. Ammettiamolo, è bello pensare che ci sia un mondo magico e fantastico di cui essere protagonisti insieme ad altri milioni di bambini. Perchè Babbo Natale porta i regali solo ai bambini mica agli adulti. Questo è un privilegio da non sottovalutare!

E il mondo dei Grandi invece di essere triste perchè il mondo fantastico (e freddo) della Groenlandia si è dimenticato di coloro che hanno varcato la soglia della maturità, non vede l’ora di coinvolgere i Piccoli con il loro entusiasmo; e lo vedi nei loro occhi orgogliosi quando ti chiedono cosa hai chiesto a Babbo Natale.

christmas-1887506_1280

La tristezza invece è giunta quando mi hanno scoperta: ebbene sì, sapevo la verità! Erano tristi e , direi, anche preoccupati, loro, i Grandi. Dal canto mio non l’avevo affrontata in maniera così stoica quanto potrebbe sembrare. Confidandoci tra compagnetti di scuola abbiamo constatato che nutrivamo tutti lo stesso dubbio, un dubbio che infine è diventata una triste certezza: 

La certezza che i Grandi dicono le bugie e che non esiste il mondo incantato che mostrano in televisione o, forse, noi non ne facciamo parte.

La questione principale da sempre dibattuta è che raccontare ai bambini dell’esistenza di una figura buona e magica che offre regali a tutti i pargoli sparsi nel mondo per Natale è una menzogna; certo, una menzogna raccontata a fin di bene e con le migliori intenzioni, “ma pur sempre una menzogna che prima o poi i Piccoli scopriranno” diranno i più imparziali.

Per i bambini può essere un duro colpo scoprire l’amara verità che Santa Claus non esiste e che soprattutto i loro genitori hanno mentito. Spesso questa bugia non è poi così innocente quanto si vorrebbe credere poichè viene utilizzata per motivare il bambino a comportarsi bene, essere buono. L’idea di Babbo Natale e della Befana viene usata spesso al fine di manipolare il comportamento dei Piccoli e, diciamolo, non è bello scoprire di essere stati manovrati.

danbo-1884988_1280

Alcuni studi dimostrano che l’idea di essere premiati da Babbo Natale non incentiva la motivazione dei bambini a comportarsi bene durante  tutto l’anno. Quindi i Grandi possono abbandonare la speranza di avere bimbi buoni e santi perchè non dura a lungo la funzione calmante del “se fai il bravo Babbo Natale ti porta i regali”.

Non c’è alcuna evidenza invece sulla traumaticità di venire a scoprire che Babbo Natale non esiste. I bambini solitamente intorno all’età di 7 anni lo scoprono da soli; come novelli Sherlock Holmes iniziano a mettere insieme i pezzi della loro prima indagine. Così quando con vergogna i genitori ammettono o rivelano che non esiste nessuna figura magica che distribuisce regali a tutti i bambini, forse il vostro piccolo lo sapeva già da tempo e manteneva il segreto per non farvi dispiacere. Sarà un sollievo scoprire che anche i Grandi sono al corrente della verità e l’innocente bugia degli adulti verrà perdonata, perchè alla fine è un gioco divertente a cui Grandi e Piccini partecipano insieme!


“Non è dunque male che cominciamo deliberatamente con una finzione, per poter poi sotto la maschera essere sinceri quanto vogliamo.” – J.W. Goethe


Questo momento è importantissimo nello sviluppo dei bambini. È il momento in cui distinguono la fantasia dalla realtà scoprendo che anche i genitori possono giocare collocandosi in un’area intermedia del “far finta”: “facciamo finta che Babbo Natale e gli Elfi esistano” e vediamo cosa succede. Anzi i bambini, che hanno già scoperto qual è la realtà dei fatti, continuano a “far finta” che esista Babbo Natale, come attori su un palcoscenico.

penguin-1885090_640

Il Natale diventa così un gioco dichiarato ed eseguito a carte scoperte. I bambini iniziano a sperimentare uno dei tanti paradossi: il paradosso del come seuno spazio transizionale tra mondo interiore e mondo esterno in cui si sviluppa il potenziale creativo, quello spazio che, utilizzando un’espressione di Coleridge ripresa di Pitruzzella (2003),  possiamo chiamare “l’intenzionale sospensione dell’incredulità“.

Quella storia di un uomo grande e grosso, vestito di rosso dalla testa ai piedi, che veniva a portarmi i regali durante una notte prestabilita, non mi aveva mai convinta del tutto. Non avevo il camino a casa! Solo finestre… e quelle sì che sarebbero state utili (mi sarei detta qualche anno dopo) per la consegna della tanto attesa lettera di ammissione ad Hogwarts!

E questo bastava.

Alessandra Notaro

Immagini: http://www.pixabay.com

Libri consigliati e approfondimenti:

Grainger (1997) Imagination, identification, and catharsis in theatre

Goethe, J.W. Il noviziato di Guglielmo Meister: http://amzn.to/2glxsNv

Pitruzzella,S. Persona e soglia.

Pitruzzella, S. Lo sguardo e la maschera: http://amzn.to/2gvAQZw

Winnicott, D. Gioco e realtà : http://amzn.to/2hpztxp

http://psycnet.apa.org/journals/bul/125/6/627.

 

Rispondi